Gay & Bisex
In sauna una giornata tiepida di primavera


02.02.2020 |
1.974 |
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"Sulla quarantina, muscoloso, alto, possente, con delle mani e dei piedi enormi..."
Ero nella Capitale per seguire un corso di aggiornamento full immersion e non avevo considerato affatto la possibilità di ritrovarmi un pomeriggio libero a causa dell'assenza di un docente.L'aria primaverile era di un tepore tale che quasi mi rendeva insensibile a qualsiasi tipo di preoccupazione ed il cielo di un celeste pastello di quelli che solo Roma sa offrire.
Decisi pertanto di restare in città fino alla sera come da programma e, abbandonato il campus universitario, mi addentrai nel dedalo di vie che separano l'università dalla stazione Termini.
Quel calore che anticipava una stagione rovente mi accarezzava la pelle mentre voltavo lo sguardo a quei magnifici edifici che negli anni '20 del ventesimo secolo avevano urbanizzato quello che oggi conosciamo come il quartiere di San Lorenzo.
Ero al settimo cielo, quasi anestetizzato, e camminai senza sosta oltrepassando la Stazione fino a raggiungere Santa Maria Maggiore.
Fu inevitabile, trovandomi in quel contesto, non ripensare a quanto alcuni miei amici mi avevano raccontato circa la presenza di qualche sauna in quella zona ...Vuoi quello scombussolamento primaverile vuoi la particolare circostanza mi montò una incontrollabile frenesia di recarmi in uno di quei luoghi.
Ansioso e trepidante presi un passo celere per arrivare di lì a poco nei pressi di uno di quei ritrovi. Parrà strano ma mai ero stato in una sauna se non in Finlandia ma lì, ben evidentemente, le cose erano assai diverse e parte integrante della cultura di quel popolo.
Sostai fuori dal locale combattuto tra eccitazione, ansia, vergogna, paura quando poi gli ormoni prevalsero e mi decisi ad entrare.
Il locale si trovava sotto terra ed era scarsamente illuminato da luci rosse. Dietro al bancone della reception un bellissimo ragazzo, che indossava solo un paio di pantaloncini attillati, mi sorrise e, vedendomi impacciato, mi illustrò un po' le dinamiche del luogo.
Mio malgrado fui costretto ad iscrivermi ad un'associazione gay e questo un po' mi dette fastidio facendomi sentire, da quel momento in poi, schedato.
All'interno dello spogliatoio, pervaso da un odore misto di cloro e sudore, mi spogliai e come me altre persone che mi avevano appena preceduto. Quello stato dei luoghi, quelle nudità ebbero immediatamente l'effetto di eccitarmi come non mai. Mi feci una doccia, mi avvolsi l'asciugamano in vita e presi conoscenza e possesso dei luoghi.
Nelle cabine, malgrado le luci soffuse, corpi avvinghiati, persone che guardavano e si masturbavano, gruppetti di maschi arrapati ed impegnati in orge, singoli sdraiati ed in posizione in attesa del partner giusto, schermi con video gay di bukkake e gokkun eccitanti oltremisura ...
Da principiante ebbi molte proposte ma quella mia prima volta decisi di dedicarmi ai servizi offerti dalla sauna come la sauna stessa, il bagno turco ed il massaggio.
Avevo già pagato all'ingresso la quota per un trattamento rilassante di circa 45 minuti e pertanto decisi che in quel momento di massima eccitazione per me (dopo aver visto e sentito cose che non avrei mai immaginato né di sentire né di vedere) avrei dovuto usufruirne.
Il massaggiatore era un bellissimo uomo di nazionalità russa. Sulla quarantina, muscoloso, alto, possente, con delle mani e dei piedi enormi.
Aveva un pantaloncino aderente dal quale si evidenziava una protuberanza davvero consistente.
Alex, questo era il suo nome, mi invitò ad abbandonare l'asciugamano e a distendermi, pancia in sotto, sul lettino dei trattamenti.
Egli mi cosparse di olio tiepido e profumato e cominciò a manipolare il mio corpo con massaggi e digitopressioni notevoli e scientemente provocatorie.
Toccava la zona ascellare, perianale, con movimenti rotatori e "invasivi" per poi arrivare ai piedi che rappresentano una delle mie maggiori zone erogene.
Ero in visibilio ed ansimavo e più ansimavo e più Alex focalizzava le sue attenzioni in quelle zone del mio corpo che erano maggiormente rispondenti ai suoi stimoli.
Da esperto il massaggiatore aveva capito bene la mia inclinazione tendente alla sottomissione passiva al maschio dominante e volle mettermi alla prova.
Si posizionò davanti a me e cominciò da quella angolatura ad estendersi sulla mia schiena per massaggiarmi ma ad ogni suo movimento mi ritrovavo il suo pacco in faccia.
Era smisurato e ne ebbi la conferma quando alla mia reazione di baciare il suo cazzo, seppur dietro lo short, egli se lo tolse.
Ciò che mi trovai di fronte fu un cazzo meraviglioso, lungo, erto e scappellato.
la sua cappella era enorme, così i suoi coglioni. Nell'aria del piccolo camerino si era diffuso peraltro un odore che solo più tardi seppi riconoscere ... Non ero me stesso, mi sentivo affluire il sangue alla testa e come Alex mi toccava, ero ogni volta sul punto di sborrare.
Contemporaneamente il massaggio era diventato più pesante; le dita arrivavano a stimolarmi il buco del culo, gli schiaffi a farmi saltare come non mai.
Ad un certo punto mi prese la faccia tra le mani immobilizzandola e mi sputò reiteratamente sul volto fintanto che non mi mise il cazzo in bocca.
Avevo la testa pesante, non capivo ciò che stesse avvenendo, era come se fossi spinto ad assecondare delle azioni pur non volendo.
Fui messo di dorso con la testa pendente dal lettino e da quel momento fui scopato in bocca fino alla gola.
Colpi rapidi, violenti, profondi alternati da colpi lenti e tali da avere solo la cappella in bocca.
Fiumi di saliva mi scendevano dalla bocca, spesso accompagnati da conati di vomito quando la verga russa oltrepassava l'istmo e stimolava il riflesso faringeo.
L'aria era pesante e odorava di una sostanza acre che mi faceva perdere il lume della ragione. Mi sentivo la bocca dilatata e più ero scopato con veemenza più volevo che ciò accadesse.
Tra insulti, sputi e deepthtoath l'esperienza si concluse con una sbarrata calda, densa, copiosa sul mio petto accompagnata da un gemito primordiale e selvaggio di orgasmo che oltrepasso le deboli pareti di cartonlesso della cabina di massaggio.
A quel punto Alex mi impose di scendere dal lettino e di inginocchiarmi. Mi fece leccare i suoi piedi e poi, a sorpresa, mi pisciò addosso. Fu in quell'attimo che sborrai come non mai. Fiotti emessi con una potenza tale da arrivare assai lontano, subentranti e continui che occuparono la mia mente per diversi minuti. Credo che fu l'unica volta della mia vita in cui ebbi un multiorgasmo come quello.
Ripresomi pagai il massaggiatore, mi lavai, mi vestii e me ne andai.
Di fuori il rumore della metropoli arrivava alle mie orecchie sordo ed ovattato, il tepore serotino mi ricordava quello del primo pomeriggio e nell'anestesia più completa mi resi conto che dovevo affrettarmi se volevo giungere in tempo alla stazione Tiburtina.
Camminando, ero sorpreso di me stesso e provavo un misto di piacere estasiante e ribrezzo esagerato.
Mi vennero in mente i versi di una canzone di Luca Barbarossa che, ridondanti, mi occuparono la mente tutto il tempo.
Ero stato più puttana di quanto lo fosse Roma.
E cosi, rimuginando, arrivai alla stazione a piedi ed in tempo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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